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Giordano FLOREANCIG 

Giordano Floreancig è un artista udinese, che vive e lavora nel capoluogo friulano, ma la sua fama è internazionale.

Tra i vari riconoscimenti, è stato anche vincitore di due premi internazionali, le sue opere sono presenti in luoghi istituzionali, musei e collezioni private.

Durante il 2018 le grandi città europee sono state il fulcro delle sue mostre, da Vienna a Bruxelles, da Losanna a Milano. Proprio a Milano tre anni fa approda con un’esposizione nel cuore dei Navigli, al Ponte de Ferr.

Le origini di questo inconsueto artista sono a Stregna, nelle Valli del Natisone, al confine con la Slovenia, dove è nato nel 1954.

Gli inizi pittorici, come autodidatta, sono invece del 1976. Data che segnò profondamente il Friuli, a causa della tragica esperienza del terremoto e lo stesso Floreancig. Un impatto così forte da portare Giordano a definire il suo stile “terremotato”, una forma di espressionismo disobbediente.

Altra tappa fondamentale della sua vita artistica è il 2000, quando sua figlia Valentina ha spedito ad un concorso nazionale, all’insaputa del padre, un quadro, che è risultato meritevole del primo posto nella sezione pittura. 

Nel 2011 viene invitato alla 54° biennale di Venezia dove, insieme al direttore del padiglione Italia Vittorio Sgarbi, brucia 150 suoi quadri a olio e inscatola le ceneri. Ad oggi le opere bruciate ed inscatolate hanno raggiunto quota 330.

Per la sua prima mostra ‘Gli ultimi normali’ (2010 ex manicomio di Trieste), l’artista si ispira al luogo della follia, o come sostiene lo stesso Floreancig, l’ultimo barlume di saggezza:

“Perché parlavo con loro usciti per la legge Basaglia ed erano puri. Non erano stati contaminati…. Delle vere e proprie tragedie umane. Parlavano con l’anima. Per questo ho dedicato i quadri a loro, ai miei matti, agli incazzati, gli ho voluto dare la giusta dignità.”

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postiepasti.com

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Stregna (Udine) 25 ottobre 1954.

Autodidatta si avvicina alla pittura nel 1976, anno in cui il Friuli ha vissuto la tragica esperienza del terremoto.
Apprezzato dalla critica per la sua pittura espressionista pregnante e vigorosa, esprime la tragedia dell’esistenza attraverso pennellate decise e impietose per la loro cruda verità.
La realtà oggettiva diviene per lui un’apparenza, è un’energia esplosiva mista a disperazione a dar vita alle sue opere più inquietanti… Conosciuto per i volti dei matti, (che lui considera gli ultimi normali), negli ultimi lavori si indirizza verso il concettuale, realizzando installazioni e performance che comunque mantengono un forte impatto emotivo.
Nel 2011 viene invitato alla 54 biennale di Venezia dove, insieme al direttore del padiglione Italia Vittorio Sgarbi, brucia 150 suoi quadri a olio e inscatola le ceneri. Ad oggi le opere bruciate ed inscatolate hanno raggiunto quota 330.
Ha al suo attivo numerose mostre personali in Italia e all’Estero che gli hanno permesso di ottenere stima e riconoscimenti da parte del pubblico e della critica.
Vincitore di due premi internazionali, le sue opere sono presenti in luoghi istituzionali, musei e collezioni private
Vive e lavora ad Udine.

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